COMEVATUTTAPPOSTO

Siamo le batterie perennemente al 2%,
i serbatoi perennemente in riserva,
i falsi “parteciperò” all’evento.
Siamo il lento spegnersi di serate infrasettimanali,
i giornali usati un po’ come strati protettivi,
per non sporcar la gonna sul cemento.
Siamo stupratori di buffet agli aperitivi,
svuotatori brilli di bicchieri alcolici,
riempitori sovraeccitati di preservativi.
Siamo le droghe leggere in vacanza,
comunicatori di posti di blocco rischiosi,
“fidatevi, fate il giro largo e passate da dietro, che lì si piazza fissa la volante della Finanza”.
Siamo magici trasformatori di oggetti,
sigarette che diventano fumo denso,
spiccioli che diventano cornetti,
alle 5.45 di una mattina d’agosto,
con i nostri vent’anni incastrati tra le costole e l’angoscia di non sapere ancora quale sia il nostro posto,
con quegli amori mai lineari e la rabbia per quel messaggio che ha visualizzato da due ore, ma a cui non ha ancora risposto,
con il solito “tutto apposto”,
alla domanda “come va”.

È tutto apposto, a vent’anni,
per un semplice e inattaccabile motivo:
a vent’anni è tutto un irrisolvibile caos.
Ma è proprio il caos totale,
l’unico scenario in cui nulla può esser fuori luogo.

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